Quando l’amministratore pensa di essere un critico d'arte

Commissione

Il Comune di Blevio ha indetto un concorso per la realizzazione di una serie di mosaici da posizionare in giro per il paese; fin qui niente di strano. Alcune perplessità sulle modalità con cui è stata organizzata l’iniziativa sono state espresse nell’interpellanza presentata all’amministrazione (vedi Int. n.8 del 18/10/2015).  Ma la vera stranezza è che la giuria per la valutazione artistica delle opere è composta dal sindaco e dall’assessore Silvia Cappi, affiancati da una esperta d’arte residente a Blevio.

Un fenomeno tipico della poltica locale italiana è quello della trasformazione che le persone normali subiscono quando vengono elette per amministrare: d’improvviso diventano tutti esperti in tutto, perdendo il senso della realtà. Ma perché non formare, nel caso del bando in questione, una commissione, magari più numerosa, tutta fatta da veri esperti per avere garanzie maggiori di oggettività e qualità delle scelte?  Perchè per le competenze relative agli aspetti procedurali, urbanistici, organizzativi, non ci si avvale dell’Ufficio Tecnico come previsto dalla Legge? Perché gli amministratori non si occupano delle competenze reali che sono affidate loro e invece pontificano su un presunto “patrimonio artistico” del paese che andrebbe ad arricchirsi con opere d’arte scelte da loro in base a competenze tutte da dimostrare?

Ecco il bando e l’auto-investitura degli amministratori ad esperti d’arte.

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